Via degli Speziali è una strada del centro storico di Firenze, situata tra via dei Calzaiuoli (dove è il canto del Giglio) e piazza della Repubblica. A circa due terzi del tracciato, sul suo lato destro, incontra via de' Medici. Strada centralissima, ricalcava un tratto dell'antico decumano massimo di Florentia. Originariamente larga un quarto dell'attuale, deve la sua conformazione odierna al Risanamento di Firenze, operato negli anni novanta dell'Ottocento.
Storia
Origini e preesistenze
Assieme a via del Corso la strada costituiva in antico la parte orientale del decumano maggiore romano, giungendo alla porta di Levante, che nel Medioevo prese il nome di porta di San Piero (poiché conduceva al monastero di San Pier Maggiore). La denominazione odierna attesta di come lungo il tratto, fin dall'età rinascimentale, avessero sede varie spezierie, soprattutto magazzini per la vendita all'ingrosso delle materie prime agli speziali (farmacisti) che producevano medicamenti (da cui la variante via degli Speziali "Grossi"). Tra le spezierie più famose, c'era quella all'insegna della Pina d'oro, gestita dalla famiglia Bonaccorsi Perini, che finì poi per chiamarsi Pinadori, dalla loro notissima attività.
Lungo questa via, dal lato di Calimala, s'alzavano le case e le torri degli Elisei, dai quali discesero gli Alighieri; essi avevano una loggia nell'interno dell'isolato, lungo lo scomparso chiasso della Coroncina, che portava in piazza dei Tre Re; chi approdava a questa loggia aveva diritto d'asilo e protezione da parte della famiglia, per questo veniva detta anche "loggia della Misericordia. Dall'altra parte, verso l'Arcivescovado, sorgevano invece le torri e le case dei Sizi e degli Adimari.
Parallelamente, nel corso del tempo, a questa titolazione si è affiancata quella di Corso (così, ad esempio, nella pianta di Ferdinando Ruggieri del 1731), visto che l'arteria si proponeva come uno dei tratti centrali del tracciato dove veniva 'corso' il palio, cioè la corsa dei barberi (cavalli scossi, senza fantino) in onore di san Giovanni Battista, patrono di Firenze, il 24 giugno di ogni anno (nome che ancora oggi permane alla vicina via del Corso).
Il canto del Giglio, in angolo con via dei Calzaiuoli, deriva dal simbolo cittadino, che si trovava in questa zona sull'insegna di una spezieria (citata già nel 1470), di un'osteria e sulla facciata della chiesa di Santa Maria Nepotecosa.
Il "Risanamento"
Se la storia del tracciato è antica la sua immagine attuale è oltremodo recente, dato che la strada fu rettificata e allargata prima con i lavori a via dei Calzaiuoli (anni 1840), poi definitivamente nel "risanamento" del Mercato Vecchio (dal 1885) e di conseguenza rinnovata nei suoi edifici in fregio anche per adeguarsi alle nuove architetture sorte nell'area della piazza Vittorio Emanuele. La strada venne accorciata per ampliare la piazza e venne allargata in ampiezza, dandole quell'aspetto signorile e commerciale che ancora oggi mantiene. Siccome si trattò di una delle prime zone a venire demolite, la Commissione Storico Artistica del Comune le dedicò scarsa attenzione: solo Guido Carocci, dalla pagine della rivista Arte e Storia, segnalò via via la scoperta di antichi camini, porte e affreschi, tutti perduti.
Descrizione
Attualmente ha carattere commerciale, ed è interessata da un elevato flusso pedonale, in ragione della sua centralità e del suo ruolo di collegamento con piazza della Repubblica.
Edifici
Lapidi
Presso il n. 3 è presente una lapide dantesca, alludente alla corsa dei Barberi, posta originariamente nel 1865 qui ricollocata dopo la costruzione del palazzo del Trianon:
Sempre davanti al 3 si trova una pietra d'inciampo dedicata ad Angela Todesco Benedetti, morta ad Auschwitz nel 1944.
Note
Bibliografia
- Guido Carocci, Canto del Giglio, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico anno 1910, VII, 1909, p. 77.
- Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 130, n. 919;
- Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, 1929, p. 110, n. 995;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, pp. 105-107;
- Roberto Ciabani, I Canti: Storia di Firenze attraverso i suoi angoli, Firenze, Cantini, 1984, pp. 178-179;
- Il centro di Firenze restituito. Affreschi e frammenti lapidei nel Museo di San Marco, a cura di Maria Sframeli, Firenze, Alberto Bruschi, 1989.
- Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.
- Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo del Comune di Firenze, terza edizione interamente rinnovata a cura di Piero Fiorelli e Maria Venturi, III voll., Firenze, Edizioni Polistampa, 2004, p. 442.
Voci correlate
- Vie di Firenze
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).




